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Gli effetti del Decreto Dignità su casinò online AAMS e scommesse sportive

Il Decreto Dignità che entrerà in vigore nel corso di quest’anno, sancisce il divieto assoluto della pubblicità sul gioco d’azzardo e le scommesse sportive. Ricordiamo che il provvedimento è stato adottato con l’obiettivo prioritario di porre un freno alla crescita della dipendenza dal gioco.

Ludovico Calvi, presidente del Global Lottery Monitoring System (GLMS), sistema di monitoraggio volto a rilevare e analizzare attività di scommesse sospette che potrebbero mettere in discussione l’integrità di una competizione sportiva, ritiene che il divieto avrà delle ripercussioni sul calcio professionistico italiano “che si troverà in condizioni di inferiorità rispetto alle altre Liga di Germania, Spagna e Inghilterra“.

Calvi spiega che dal 2012, con l’applicazione del cosiddetto decreto Balduzzi, sono stati istituiti servizi di prevenzione, cura e riabilitazione per le persone che soffrono di problemi relazionati al gioco d’azzardo compulsivo, nonché introdotte disposizioni efficaci volte a limitare spot pubblicitari su tutte le reti in quanto il pubblico cui sono diretti è composto anche da minori.

“Il messaggio pubblicitario deve indicare in modo chiaro la percentuale di probabilità di vincita di ogni singolo gioco e le avvertenze sul rischio di dipendenza derivante dalla pratica del gioco“, ha chiosato, aggiungendo che in Italia sono state avviate campagne informative ed educative anche nelle scuole primarie e secondarie promosse dal Ministero della Pubblica Istruzione e dai casinò online italiani e vari operatori AAMS.

Indagine Epidemologica sul gioco d’azzardo terrestre e online

I dati emersi dalla prima indagine epidemiologica sul gioco d’azzardo condotta dall’Istituto Superiore di Sanità nell’ambito di un accordo con l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, hanno rilevato che un adulto su tre ha scommesso almeno una volta nell’ultimo anno, circa 18,5 milioni di persone: circa tre milioni e mezzo di queste rientrano nella categoria “a rischio basso o moderato”; un milione e mezzo è il numero di coloro che rientrano invece nella categoria “con problemi più gravi”.

Per quanto riguarda i giovani, lo studio ha rilevato che 700.000 minori hanno avuto accesso al gioco d’azzardo, di questi il 3% sono considerati giocatori problematici. Sempre secondo lo studio, la media nazionale del gioco d’azzardo patologico corrisponde a circa il 2,5% dei giocatori.

L’Italia, continua Calvi, dispone di diversi strumenti per evitare e limitare il gioco d’azzardo compulsivo e punire quegli operatori che non rispettano la legge. La misura che sancisce il divieto di ingresso ai minori di 18 anni nelle aree preposte al gioco, il cui accesso è consentito solo dopo l’identificazione dell’età, è diventata obbligatoria, e i trasgressori sono puniti con una serie di sanzioni tra le quali rientra la chiusura dell’attività commerciale.

Il decreto Balduzzi è stato aggiornato con nuove disposizioni come il rafforzamento dei controlli da parte delle forze dell’ordine e una progressiva delocalizzazione dei luoghi preposti al gioco tenendo conto della presenza nelle loro vicinanze di scuole, centri sanitari, ospedali, luoghi di culto, centri ricreativi e centri sportivi“, ha sottolineato.

Il presidente del GLMS ritiene che il decreto del 2012 abbia già trattato efficacemente, senza trascurare alcun dettaglio, il fenomeno del gioco d’azzardo compulsivo in Italia.

Decreto Dignità favorirà le attività illegali

Ho la sensazione che qualsiasi divieto totale di pubblicità, quale quello introdotto attraverso il nuovo Decreto Dignità, non farà altro che favorire le attività illegali, mentre è imperativo categorico che gli operatori con licenza informino il pubblico su qualsiasi rischio legato al gioco pur comunicando con successo lo sviluppo di qualsiasi prodotto“, ha spiegato.

Secondo Calvi, e diversi altri analisti, la crescita di qualsiasi attività di gioco illegale rappresenta anche una grande minaccia per l’integrità dello sport e favorisce l’aumento delle potenziali manipolazioni delle competizioni di scommesse sportive.

È noto che molte squadre di calcio in Europa hanno come sponsor delle case da gioco, il che rappresenta un’importante fonte di reddito per questi club. Ultimo in ordine di tempo StarCasinò divenuto main sponsor dell’AC Milan e dell’Atalanta.

Gli effetti del divieto di pubblicità sul calcio italiano

Il divieto di pubblicità del gioco d’azzardo converte il calcio italiano nell’attore più vulnerabile in quanto potrebbe pagare un prezzo molto alto per questa condizione e diventare meno competitivo rispetto ad altri paesi.

Nei giorni scorsi la Lega Calcio ha espresso i suoi timori e incertezze circa gli effetti che il provvedimento potrebbe avere sullo sviluppo del calcio professionistico, poiché si troverà in una posizione di inferiorità rispetto ad altri campionati in Germania, Spagna e Inghilterra.

Il problema non si limita solo alla sfera sportiva. Lo stato italiano ha raccolto 10.500 milioni di euro di entrate nel 2017 e si ritiene che la cifra riferita al 2018 sarà ancora più alta.

È molto difficile stimare quanto crescerà il mercato illegale dopo il divieto di pubblicità. Posso solo confermare che il modello normativo italiano ha riscosso molto successo nella lotta al gioco d’azzardo illegale“.

Mentre altre associazioni di gioco in tutto il mondo, come l’American Gaming Association (AGA), stanno lavorando all’elaborazione di un codice di autoregolamentazione di marketing responsabile per la nuova nicchia di scommesse sportive negli Stati Uniti, le autorità italiane hanno ben pensato di vietarle.

Per Ludovico Calvi una delle questioni più importanti è quella di definire un codice di condotta riferito al modo di fare pubblicità, che sia autoimposta dalle associazioni di gioco d’azzardo, secondo i suoi criteri sarebbe questo il metodo più accertato, o stabilito dallo stato o dalle autorità di regolamentazione.

Perché tale sistema funzioni, spiega, “è importante pensare all’introduzione di efficaci metodi di controllo e sanzioni affinché l’intero settore sia realmente credibile. Credo che qualsiasi forma di divieto, in generale e indipendentemente dai canali di distribuzione, non sia necessaria e non sia affatto efficace“.

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